Margherita Pilloni
La Sardegna è una terra di vulcani spenti e, nel 1960, sotto uno di questi è nata Margherita Giovanna Pilloni, Prima Donna Ceramista di Oristano.
La sua storia inizia a Villaurbana, un piccolo paese ai piedi del Monte Arci, celebre monte vulcanico sul quale si riconoscono ancora quelli che furono i condotti vulcanici, testimonianza delle ultime attività piroclastiche contemporanee alla formazione della depressione del Campidano, la sub-regione dove sorge Oristano, Città della Ceramica, nella quale Margherita Pilloni ha poi studiato, si è formata e ha messo radici tra terre d’argilla cenerina.
La sua storia inizia a Villaurbana, un piccolo paese ai piedi del Monte Arci, celebre monte vulcanico sul quale si riconoscono ancora quelli che furono i condotti vulcanici, testimonianza delle ultime attività piroclastiche contemporanee alla formazione della depressione del Campidano, la sub-regione dove sorge Oristano, Città della Ceramica, nella quale Margherita Pilloni ha poi studiato, si è formata e ha messo radici tra terre d’argilla cenerina.
Ars aemula naturae, ma sui vulcani ci torneremo più avanti.

Sin da piccola gioca con la terra che dopo la pioggia diventa fango, come argilla, senza paura di sporcarsi, con la curiosità di creare qualcosa che una volta asciutta potesse diventare una ciotolina o un piattino con cui giocare. E poi disegna, abbozza scene di vita lette sui quotidiani trovati in giro per casa, immagina nuove realtà e realizza nuove immagini mentre cresce e il futuro di una nuova vita si delinea all’orizzonte.
La sua creatività e la sua fantasia in una numerosa famiglia contadina degli anni ‘70 si rivelano però ben presto un ostacolo. Margherita avrebbe voluto continuare gli studi nell’allora Istituto Statale d’Arte, non alla Ragioneria come in casa si vociferava. E così, aspetta un anno a casa dopo aver lasciato la scuola media, un anno trascorso a far sentire persistente le sue ragioni, con caparbietà, fermezza e tenacia: o la scuola d’arte o niente.
Margherita Pilloni nel 1980 si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Oristano, nato nel 1961 per raccogliere l’eredità lasciata dalla Scuola d’Arte Applicata aperta nel 1925 e diretta dal celebre scultore nuorese Francesco Ciusa.
Vincit qui patitur, insomma.
La sua creatività e la sua fantasia in una numerosa famiglia contadina degli anni ‘70 si rivelano però ben presto un ostacolo. Margherita avrebbe voluto continuare gli studi nell’allora Istituto Statale d’Arte, non alla Ragioneria come in casa si vociferava. E così, aspetta un anno a casa dopo aver lasciato la scuola media, un anno trascorso a far sentire persistente le sue ragioni, con caparbietà, fermezza e tenacia: o la scuola d’arte o niente.
Margherita Pilloni nel 1980 si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Oristano, nato nel 1961 per raccogliere l’eredità lasciata dalla Scuola d’Arte Applicata aperta nel 1925 e diretta dal celebre scultore nuorese Francesco Ciusa.
Vincit qui patitur, insomma.

Oggi, nella stessa scuola, trasformata nel frattempo in Liceo Artistico “Carlo Contini” di Oristano, Margherita Pilloni insegna dal 1985, portando avanti lo studio della tradizione ceramica della Sardegna e la sperimentazione tra l’antico e il contemporaneo, come, dal 1984, avviene tra le mura della sua officina artistica al numero 29/A di via Crispi ad Oristano.
Aperto tra le vecchie mura del centro storico di Oristano, nel laboratorio di ceramiche artistiche di Margherita Pilloni si conserva intatta la passione per la foggiatura al tornio, viene alimentato il fuoco dove bruciano estro, genio e innovazione, viene testimoniata la creatività che rinnova la tradizione e i visitatori vengono accompagnati alla scoperta di un tesoro inestimabile, l’universo “del fatto a mano” che qui procede secondo un ritmo di gesti sapienti e antichi, ripercorrendo e migliorando la storia e la memoria, esplorando il futuro, rivoluzionando le certezze.
Ma torniamo per un momento indietro al 1980.
E’ l’anno in cui, ancora giovane studentessa, Margherita Pilloni si iscrive come socia fondatrice alla Cooperativa Maestri d'Arte, CMA, laboratorio di ceramica artigianale nato proprio nel 1980 dall'intuizione di un gruppo di studenti e insegnanti dell'Istituto d'Arte di Oristano, dove rimarrà per qualche tempo a far pratica con tornio, forni e smalti.

Il 1980 è anche l’anno in cui scopre, proprio accanto al laboratorio di ceramica appena nato per garantire un futuro agli studenti del corso, la bottega di Giovanni Sanna, uno degli ultimi figoli oristanesi.
I figoli di Oristano (“figuli”, vasai o artigiani della ceramica) si ritrovano attestati per la prima volta in città in un documento risalente alla fine del XV secolo dove viene menzionato “su burgu de is congiolargios”, il sobborgo dei figoli, l’unico sobborgo produttivo in Sardegna che prende il nome dai ceramisti, a testimonianza dell’importanza ad Oristano della lavorazione della ceramica che veniva esportata in tutta la Sardegna, in Italia e talvolta all’estero.
Giovanni Sanna è stato il maestro d’arte di Margherita Pilloni dal quale ha imparato tutti i segreti di un mestiere antico e impegnativo, a tratti sfiancante, regolamentato già nel lontano 1692 con lo statuto del Gremio dei Figoli di cui, trecento anni dopo, la Cooperativa della SS. Trinità raccolse la secolare eredità con Giovanni Sanna come ultimo presidente.

Margherita Pilloni nel corso dei dieci anni trascorsi al fianco del suo maestro ha imparato a trasformare l'argilla, su un faticoso tornio a pedale che utilizzerà per tanto tempo, in oggetti d'arte di varie forme, dimensioni, colori e funzioni, secondo i canoni artistici e stilistici della produzione locale, attraverso processi di modellazione, essiccazione, cottura e decorazione che Giovanni Sanna non si è mai risparmiato di raccontare nel dettaglio lasciando così nelle mani della sua allieva un’eredità inestimabile che ha radici profonde nella memoria di Oristano e dei suoi figoli.
Margherita Pilloni oggi è una foggiatrice esperta che continua ad accettare notevoli sfide artistiche per mettersi alla prova, anche dopo quarant’anni di attività e numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, un’artista in continua evoluzione che intesse i fili della tradizione e dell’innovazione mostrandoli ben oltre i confini nazionali, una sperimentatrice curiosa dalle mani sporche d’argilla senza tormento, proprio come quella bambina nel fango dopo la pioggia sotto un vulcano spento.
Nel suo laboratorio di Oristano Margherita Pilloni progetta, disegna e realizza a mano al tornio, ormai elettrico, utilizzando materie prime italiane di assoluta qualità, pezzi d’arte unici e ceramiche della tradizione che girano il mondo attraverso mostre, concorsi e installazioni, ma anche oggetti della tradizione personalizzati in base alle richieste del cliente, sia per l’arredo della tavola che per il decoro della casa, che regalano sempre una nuova e rinnovata emozione a chi li sceglie e li acquista.

Il lavoro di Margherita Pilloni si distingue per le dimensioni importanti dei pezzi che produce al tornio, grandi piatti, grandi anfore, grandi brocche, in cui si legge il suo legame con i vecchi figoli oristanesi e il loro faticoso duro lavoro ma anche la sua voglia di dimostrare, in quanto donna, di riuscire altrettanto bene in un mestiere ancora prettamente maschile.
Ad identificare le ceramiche artistiche di Margherita Pilloni sono la rivisitazione della tradizione che unisce conoscenza approfondita e inventiva, l’ispirazione diretta dalla natura, dalla terra, dai vulcani e dal mare, nei suoi smalti e nei suoi disegni incisi sulla terra cruda, la ricerca archeologica nelle sue sperimentazioni che, con la consapevolezza del passato, immaginano il futuro. Tutto ciò, insieme al carattere artigianale della produzione, fa di ogni opera e di ogni oggetto di Margherita Pilloni un pezzo unico ed inimitabile.
